Storie di bulli | #nonstiamozitti

Ho ventidue anni.

Ho ventidue anni e hanno cominciato a chiamarmi lurida grassona quando ne avevo dieci. Qualche mese dopo mi tiravano cartacce, dicevano che ero più simile al cesto dell’immondizia. Ricordo perfettamente i loro nomi, Alessandro, Lorenzo, Matteo, e ricordo ancora meglio le grasse risate che l’intera classe si faceva quando mi nascondevano il cambio per educazione fisica.
(la cicciona non fa ginnastica perché se no sfonda il pavimento quando salta)
(la cicciona non si cambia perché sa che fa schifo)
Parlarne con mia madre è sempre servito a ben poco, credo non abbia mai capito che ignorare chi a ricreazione mi prendeva la merenda (non hai bisogno di mangiare, sei già grassa) non fosse la soluzione a tutti i mali. Ho passato notti insonni a sperare di diventare invisibile, non ci sono mai riuscita. Ogni giorno, per tre anni, sono entrata in quella classe mentre qualcuno mi gridava dietro insulti.

(potevi coprirti, cazzo, fai schifo)
(no, anche oggi sei qui, e io che speravo di non vederti)
(quando te lo chiedono non dire che siamo in classe insieme, mi vergogno di conoscerti)

Ho ventidue anni e ogni mattina mi alzo (non hai bisogno di mangiare, sei già grassa), mi guardo allo specchio (potevi coprirti, cazzo, fai schifo) e sento il disgusto verso me stessa salire da dentro. Lo sento nelle ossa, nelle viscere, nella testa. Spesso non trovo neanche la forza di vestirmi ed iniziare la giornata, posso risparmiare al mondo la mia ingombrante e non gradita presenza (e io che speravo di non vederti), torno a letto e prego che quest’agonia finisca presto.

Ho ventidue anni e negli ultimi dodici non c’è stato giorno in cui non sentissi la voglia e il desiderio di graffiarmi a sangue la faccia, ma mi tornano in mente le parole di Alessandro, Lorenzo e Matteo (forse la faccia è l’unica cosa quasi decente in quello schifo che sei), decido di salvare il salvabile e mi mordo le braccia. Nessuno si è mai accorto di niente, nessuno ha mai notato i lividi e le ferite, neanche d’estate, sto finalmente diventando invisibile.

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